NB: Come per la pagina "Storie da una professione", anche questa "Considerazioni del mese" resterà ferma. Rimangono valide, giù sotto, le pagine con i consigli per i genitori inerentemente a varie questioni.
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"Qualunque cosa soffochi l'individualità è dispotismo, con qualunque nome si chiami...".
(J.S.Mill)
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CONSIDERAZIONI DEL MESE - CONSIGLI VARI PER I GENITORI E PER LA COPPIA....
In questa pagina inserisco due tipi d'intervento: quello tradizionale, su di un argomento che reputo interessante o che mi viene richiesto o proposto da amici, una volta al mese - verso il 15 o giù di lì... - ; e le "considerazioni" (Considerazioni "in itinere") su fatti o argomenti di rilevante e significativa importanza che possono accadere via via e che credo siano meritevoli di meditazione.
L'ORGANIZZAZIONE GLOBALE DI QUESTA PAGINA:
1) CONSIDERAZIONI DEL MESE;
2) CONSIDERAZIONI "IN ITINERE"....
e successivamente....
3) ADOZIONI: UN'AZIONE MERITORIA CHE DEVE ESSERE ASSOLUTAMENTE CONSAPEVOLE;
4) SEPARAZIONE, COME AFFRONTARLA. DECALOGO PER I GENITORI;
5) PUBERTA', ADOLESCENZA, SESSUALITA': UN DECALOGO INFORMATIVO;
6) CONSIGLI SU VARI CONTENUTI DI TIPO EDUCATIVO, AFFETTIVO, PSICOLOGICO;
7) DORMIRE NEL LETTONE O NO?;
8) BIMBI A TAVOLA, ALCUNE REGOLE;
9) COME AGIRE CON IL BAMBINO TIMIDO;
10) INIZIA LA SCUOLA PRIMARIA: COME VIVERE QUESTO MOMENTO E QUELLI SUCCESSIVI;
11) INIZIA LA SCUOLA SECONDARIA INFERIORE: COME VIVERE QUESTO MOMENTO E QUELLI SUCCESSIVI;
12) AUTISMO, TABELLA DEI SINTOMI.
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RICORDO CHE L'ELENCO DEI GIORNI E GLI ORARI DURANTE I QUALI IO SONO PRESENTE NELLE VARIE LOCALITA' E NELLE VARIE STRUTTURE CON CUI COLLABORO SONO RIPORTATI NELLA PAGINA "PROSSIMI INTERVENTI".
NUMERI DI TELEFONO:
* Cell. 338 2129983;
* Studio Firenze 055 331793;
* Studio Poggibonsi 0577 982656;
* Fax 055 331793;
* E mail petridot@libero.it
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CONSIDERAZIONI DI META' SETTEMBRE
(Un'amica mi chiede se la gelosia è sempre eguale. Le rispondo utilizzando un articolo della collega Alessandra Graziottin, tratto dal sito web della stessa, che credo vada bene come autorevole fonte)
"MA QUANTI TIPI DI GELOSIA CI SONO?"
"Freud riconobbe nella coppia tre tipi di gelosia, tutti caratterizzati da ambivalenza, ossia dalla coesistenza di sentimenti di segno opposto, quali amore e aggressività distruttiva, nei confronti della persona amata.
(.....)
Per chiarezza può quindi essere utile mantenere la distinzione freudiana fra tre grandi forme di gelosia:
1) La gelosia competitiva , o normale, che è essenzialmente composta da quattro fattori: 1) Il dolore provocato dalla paura o dalla convinzione di aver perso l'oggetto d'amore; 2) La ferita narcisistica patita quando sembra che un altro/a ci venga preferito; 3) L'ostilità verso il/la rivale più fortunato, vero o presunto; 4) I sensi di colpa che il soggetto ha quando si attribuisce la responsabilità della perdita della persona amata;
2) La gelosia proiettiva , quando in realtà il soggetto letteralmente proietta sul/la partner i propri desideri di tradimento inappagati. in tal senso la paura ossessiva dell'infedeltà dell'altro/a serve a tacitare, più o meno inconsciamente, i propri sensi di colpa verso quegli stessi impulsi;
3) La gelosia delirante , o delirio di gelosia , la forma più pericolosa, caratterizzata dalla convinzione paranoica dell'infedeltà del partner. La caratteristica del delirio è il suo essere svincolato dalla realtà, spesso del tutto privo di fondamento, ma comunque inamovibile e immodificabile anche di fronte alle più lampanti evidenze della assoluta fedeltà del partner (....).
Il motto del geloso, più frequentemente un uomo, in preda al delirio paranoico, può essere così riassunto: Ti odio perché di te non mi posso fidare, però sei mia e non ti consento di lasciarmi. "
Sin qui la Graziottin, ma si rendono necessarie ulteriori brevi considerazioni su quest'ultimo punto.
E' evidente, come già notato, che è proprio il geloso delirante colui (perchè in questo settore sono prevalentemente gli uomini a eccedere, talvolta con conseguenze devastanti) che può compiere gesta assolutamente gravi sul piano della violenza autodiretta o, soprattutto, eterodiretta e qui in modo quasi esclusivo verso la ex partner.
"Sei mia e non ti consento di lasciarmi" pensa, dice, grida il geloso delirante. E immediatamente dopo aggiunge ciò che poi determinerà, sovente, le tragedie: "E se non vuoi più essere mia, in ogni caso NON sarai di nessun altro!".
Con la suddetta patologica premessa si giunge allo stalking e poi alle violenze e al femminicidio.
Figuriamoci che oltre all'uccisione della partner da qualche tempo si manifesta un altro comportamento aggressivo che addirittura ha significati ancor più profondi e crudeli: "Non vuoi più essere mia? Non sei più mia? E io deturperò la tua bellezza, devasterò il tuo fascino, farò sì che tu non possa essere desiderata da altri...".
Ed ecco l'uso dell'acido gettato sul volto e sul corpo della donna, o addirittura l'uso della benzina o dell'alcol per darle fuoco.
Qui giungiamo ad un punto che tocchiamo spesso, ahimé, durante le nostre considerazioni: "Non vivete da sole una situazione come quelle segnalate sopra. Si può essere aiutate, protette, supportate. E soprattutto, come ripetiamo da sempre, MAI incontrare da sole il nostro persecutore.
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CONSIDERAZIONI DI META' AGOSTO
(Inserisco questo breve articolo, di Stella Pulpo, tratto dal "Corriere della Sera" di Mercoledì 8 Agosto)
L'EDUCAZIONE SESSUALE AFFIDATA AI SITI PORNOGRAFICI
"(.....) Mi sono sempre chiesta come siamo messi oggi per l'educazione sessuale? Chi si occupa di questo per i giovani italiani?
Il professor Emmanuele Jannini, specialista andrologo, docente all'Università degli Studi di Roma Tor Vergata, mi spiega che l'agenzia fondamentale preposta alla sessualità giovanile si chiama You Porn. D'altra parte, osserva, nell'università italiana non s'insegna la sessuologia, nella facoltà di medicina non si parla di sesso e nella facoltà di psicologia raramente s'insegna la psicopatologia del comportamento sessuale.
Non possiamo stupirci del fatto che i giovani, o chiunque abbia bisogno di capire qualcosa della propria sessualità, si rifugi on line.
Il dato non è positivo, conclude Jannini, perchè la vita sessuale è un aspetto fondamentale della salute generale e in quanto tale deve essere trattata.
Silvia Ursoleo, psicoterapeuta e sessuologa di una delle sedi dell'Aied - Associazione per l'Educazione Demografica (una rete di consultori presente in tutta Italia da circa 70 anni - , mi confessa "Un tempo facevamo educazione sessuale nelle scuole, oggi no, non ci vogliono più".
Ne parlo anche con Marcello (che preferisce mantenere il riserbo sul suo cognome), docente di lettere a Milano, uno che ha scelto d'insegnare negli istituti tecnici e professionali "Perchè è lì che c'è più bisogno di noi...". Marcello conferma che nella scuola italiana non si fa nulla in termini d'educazione sessuale e sentimentale. Gli chiedo se non siano previsti incontri con esperti esterni, corsi pomeridiani di alfabetizzazione sessuale o di educazione al consenso, come succede in molti college anglosassoni.
No, non c'è nessuno che apra una conversazione con i più giovani sul sesso, sulla prevenzione, sulla contraccezione, sul consenso, sulla tolleranza, sulla elaborazione del rifiuto, sui diversi orientamenti sessuali e sui pregiudizi di genere.
(Per mia esperienza non posso non confermare quanto scritto sopra. E' verissimo. G.P.)
In un'epoca in cui tutti (specie i più giovani, come dimostrano le statistiche del sito Pornhub) abbiamo un accesso illimitato alla pornografia, nessuno instaura coi ragazzi un dialogo schietto sul sesso.
La sola base su cui possono sviluppare un immaginario sessuale è la pornografia.".
(S.Pulpo)
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CONSIDERAZIONE DI META' LUGLIO
LA VALUTAZIONE SCOLASTICA NELLA SCUOLA SUPERIORE
Credo che vari decenni di permanenza nella istituzione scolastica prima come docente, e poi via via come genitore impegnato a tutti i livelli negli organi collegiali, come sindacalista e, importante, poi per un trentennio come psicologo scolastico, mi concedano un briciolo di esperienza per parlare di questo argomento.
Intanto, perché ho precisato "nella scuola superiore"?
Perché è in questo tipo di scuola che sovente - non essendo più, nel triennio, istruzione obbligatoria - molti docenti attuano una valutazione dei risultati e del rendimento degli alunni che si basa solo sulla trita osservazione aritmetica, senza pensare ad altro o dando l'idea di non pensare (e di non valutare) ad altro.
Accludo una tabella, lasciatami da studenti e studentesse del liceo e confermatami da un dirigente scolastico mio caro amico. Le fonti sono queste.
Non ridete....
5+ = 5,25
5 e mezzo = 5,50
5- = 4,75
5-- = 4,60
ed ancora...
6+ = 6,25
6 e mezzo = 6,50
6- = 5,75
6-- = 5,60
e così via....
Ci sono docenti, anche bravissimi, che insomma decidono i voti finali e di metà percorso usando la calcolatrice e conducendo i propri alunni a maturare una forma mentis paranoicamente collegata al voto e non all'apprendimento.
Lo studente non viene gratificato dall'aver appreso un argomento, ma dal voto che ha ottenuto nell'interrogazione o nel compito relativo.
Ed inoltre, si matura la convinzione per la quale la validità di uno studente la si misura dalla media aritmetica dei voti ottenuti e non dagli apprendimenti e da come ha vissuto la propria vita scolastica.
E' terribile, tutto ciò.
E' vero che si devono osservare i voti che il ragazzo o la ragazza ottengono nelle interrogazioni e nelle prove scritte, ma è altrettanto vero che soprattutto si devono valutare....
1) Le potenzialità di base del ragazzo (c'è chi il "6" lo ottiene senza sforzo e c'è chi deve impegnarsi allo spasimo, per ottenerlo);
2) Le predisposizioni di base del ragazzo (se io professore attento e umano, mi rendo conto che per l'alunno "x" la matematica, ad esempio, è come se fosse sanscrito dialettale stretto, devo prendere e sì pretendere ciò che può darmi, niente di più);
3) L'impegno dell'alunno (un "6" ottenuto con impegno e serietà, è diverso rispetto al medesimo voto ottenuto da uno che invece non s'impegna. Anzi, il primo "6" può anche diventare un "7".....);
4) Il comportamento dell'alunno (hai rotto le scatole per tutto l'anno scolastico oltre ogni limite della decenza? E' ovvio che questo si rifletterà pure sulla votazione finale).
DOPO aver valutato i quattro punti suddetti, si aggiunge pure il conteggio numerico, per avere il valore finale.
Aggiungo che i voti ottenuti andrebbero spiegati e illustrati, agli alunni e ai loro genitori, seguendo proprio la tabella suddetta, cercando di far comprendere a entrambe le componenti che i giudizi sono stati erogati dopo un'attenta e globale valutazione.
Globale valutazione, vi prego.
Il docente che si limita solo all'uso della calcolatrice è un pessimo docente.
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CONSIDERAZIONE DI META' GIUGNO
COMPITI SI O NO, DURANTE LE VACANZE ESTIVE?
Come ogni anno di questi tempi sono, siamo oberati di richieste da parte di genitori in relazione ai compiti che gli insegnanti assegnano Beai bambini ed ai ragazzi durante il periodo estivo.
I genitori sono divisi in due componenti fieramente contrapposte: chi è per il sì e chi invece proponde per il no. C'è chi dice che gli studenti devono fare qualcosa per non scordare quanto appreso durante l'anno e c'è chi afferma che se le vacanze sono le "ferie" dei ragazzi, allora non dobbiamo scocciarli con i compiti.
Poi esiste la posizione intermedia, quella di cui fa parte anche il sottoscritto.
Che cosa significa posizione intermedia, vi chiederete.
Prendiamola un pò alla lontana.
In tutte le questioni, come si suol dire il giusto la sconta per l'ingiusto.
Oggi come ieri, solo che ieri i genitori tacevano, ci sono sempre stati dei docenti che letteralmente devastano di compiti gli alunni.
Che assegnano, ognuno per proprio conto, senza neanche accordare i suoni con gli altri colleghi, una grande quantità di studio e di esercizi; che obbligano a studiare; che assegnano libri da leggere al mare che, come ho già scritto in un'altra occasione, se non sei depresso ti ci fanno diventare.
Beh, è un errore. E' un errore gravissimo.
E' un errore gravissimo perché tortura i ragazzi e le loro famiglie e in tutte e due queste componenti provoca l'insorgenza (o il potenziamento) dell'idiosincrasia verso la scuola.
Compiti no, quindi?
Compiti sì, invece, ma nella giusta quantità.
Compiti sì perché il periodo estivo troppo spesso per non dire sempre, fa come può fare una spugna malefica che transita avanti e indietro sulla memoria dei nostri pargoli: fa dimenticare gli apprendimenti, soprattutto quelli "attaccati lì" alla bene e meglio.
Quindi è necessaria una seppur piccola "terapia di mantenimento" in grado di non far causare troppi danni ai tre mesi di vacanze estive.
Compiti sì, ma pochi e in questi deve emergere la lettura di libri scelti dai ragazzi.
Chiedo agli insegnanti di assumere questo atteggiamento, nell'interesse della riuscita del loro stesso lavoro.
E i genitori, in estate?
Hanno dei "compiti" pure loro.
Quali? Durante questo periodo, per favore, non limitatevi a far stare il bimbo o il ragazzo sulla spiaggia. Fategli conoscere il BELLO che ci circonda. Portateli a vedere dei musei interessanti e coinvolgenti. Fateli parlare. Confrontatevi con loro.
E mi raccomando: anche in questo periodo contingentate gli ordigni elettronici.
L'estate significa nuotare, passeggiare, scherzare, giocare. Non proseguire con la droga.
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CONSIDERAZIONE DI META' MAGGIO
TRA SCUOLA E FAMIGLIA: COMPLEMENTARIETA' E COLLABORAZIONE
Ieri ho avuto occasione di tenere una conferenza su Maria Montessori, a Siena, in una scuola per l'infanzia che appunto segue le metodologie e gli indirizzi della grande psichiatra e pedagogista.
Ho illustrato i punti salienti della pedagogia montessoriana, ho illustrato come si lavora in una scuola di questo tipo e poi mi sono soffermato su di un aspetto che tocco sempre ogniqualvolta parlo con dei genitori, indipendentemente dal tipo di istituzione scolastica che frequentano i loro figli.
Tale aspetto è, appunto, quello che risiede nella complementarietà e nella collaborazione.
Che cosa significano questi due termini?
Complementarietà significa completarsi a vicenda, portando avanti il medesimo progetto educativo, pur tenendo presente le differenze che sussistono tra l'ambiente scuola e l'ambiente casa.
Collaborazione significa agire insieme, in un rapporto consultivo, di scambio, di vicinanza pur nella consapevolezza dei ruoli rispettivi.
Alcuni esempi: è inutile che a scuola si abituino i ragazzini a portare i piatti in tavola, se non si fa altrettanto a casa.
E' inutile che a scuola gli si insegni l'importanza e il ruolo di una comunità attiva se poi a cena, a casa, il papà osserva il Tg, la mamma chiacchera e i fratelli giocano con lo smartphone tra un boccone e l'altro. Siamo comunità o un gruppo d'indifferenti?
E' inutile che a scuola si insegni agli scolari a non parlare male degli altri, a non essere comparativi e competitivi, se poi a casa il bimbo o la bimba vive a fianco di genitori fortemente competitivi e comparativi.
E' inutile che a scuola s'insegni il rispetto nei gruppo dei simili, il non gridare, la non aggressività verbale e fisica, l'importanza del confronto per chiarire le situazioni se poi a casa il ragazzino vive in un ambiente conflittuale, teso, nervoso.
Oltretutto si crea una estrema confusione interiore nel minore.
Egli, infatti, sente darsi delle indicazioni mentre è in classe o in sezione, ma dopo, a casa, se ne vede proporre altre, indirettamente o indirettamente. Indicazioni che sovente sono in antitesi con quelle che gli presentano a scuola.
Chi ha ragione? La maestra o i miei genitori? Sono persone che amo, ma mi parlano in modo diverso.... C'è forse qualcuno che mente?
Ecco la domanda che si pone consciamente o inconsciamente il bimbo o la bimba, che ha un grande bisogno di punti fermi e certamente di non essere messo troppo "in confusione", come si suol dire.
Parliamo e collaboriamo, quindi, tra insegnanti e genitori, in ogni situazione e a maggior ragione se abbiamo iscritto nostro figlio o nostra figlia in una scuola che ha un indirizzo pedagogicamente chiaro e "importante".
E se la scuola vi offre incontri informativi, formativi, di confronto, di arricchimento.... partecipate e cercate di apprendere il più possibile.
Anche nella genitorialità l'ignoranza fa danni terribili!
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CONSIDERAZIONE DI META' APRILE
A PROPOSITO DEL DISAGIO GIOVANILE....
Di tutte le forme che può assumere ciò che genericamente si definisce "disagio giovanile", oggi desidero soffermarmi su quella che maggiormente crea allarme sociale e cioè i comportamenti delinquenziali - singoli o di gruppo, ma soprattutto di gruppo - che mettono in atto gli adolescenti. Anzi, purtroppo stiamo notando un progressivo abbassamento dell'età dei soggetti implicati nelle loro tetre e preoccupanti imprese. Oggi non sono rari i casi di bullismo, ad esempio, che vedono implicati undicenni o dodicenni.
Esiste una costante, che emerge nel comportamento di questi ragazzi: la consapevolezza dell'impunità (oltre alla totale assenza di limiti nelle loro azioni) che sovente li rende ancora più aggressivi e strafottenti evidenziando al massimo la propria amoralità di fondo.
Oltre a questo, notiamo dell'altro: questi ragazzi giungono da tutte le classi sociali e da tutte le condizioni socio-culturali ed economiche.
E' vero che esiste una tendenza a delinquere presente percentualmente in un modo assai preoccupante nei giovani immigrati, ma il delinquente lo trovi anche nei quartieri "alti", figlio di papà e benestante.
Credo che sia evidente che se il fenomeno è sempre più diffuso e interessa i soggetti appartenenti a qualsiasi classe sociale e qualsiasi etnia (casomai muta il tipo di reato, in relazione al luogo di provenienza) e soprattutto se sono sempre più evidenti gli atteggiamenti amorali, come accennato sopra, ciò sta a significare che i messaggi educativi che giungono dalla famiglia e dalle altre agenzie educanti sono insufficienti, o assento, o sbagliati, o fuorvianti, o confondenti e chi più ne ha, ne metta.
Ciò che desidero affrontare, quindi, è oggi relativo ai sistemi da cercare di mettere in atto come territorio, scuola e famiglia per prevenire, reprimere e eliminare (??) quanto sta accadendo oggi.
I ragazzi, se togliamo il tempo per il sonno, stanno a scuola più tempo che a casa ed ecco quindi l'importanza che assume questa struttura.
Auspico quindi che:
1) Sia reintrodotta l'Educazione Civica nelle scuole di ogni ordine e grado,
2) Siano attuati progetti per la comprensione e l'accettazione delle differenze, della disabilità, della diversa provenienza...ed inoltre affinché siano tutelate le differenze di genere e il rispetto tra i sessi,
3) Siano attuati interventi indirizzati a spiegare ai giovani immigrati come si vive in uno stato occidentale,
4) Siano attuati interventi contro il bullismo,
5) Siano coinvolte le famiglie in corsi, incontri, conferenze, sportelli di consulenza,
6) Siano mantenute aperte le scuole affinché fungano da centri di aggregazione in cui non solo studiare, ma anche giocare, confrontarsi, parlare, metter su iniziative di tutti i tipi,
7) Che sia previsto un regolamento di disciplina comune alle scuole di tutta la nazione,
8) Che a ogni sanzione disciplinare sia associato un intervento nel sociale,
9) Che siano previste maggiori corresponsioni stipendiali e di carriera per i dirigenti scolastici e per i docenti che operano in scuole disagiate,
ed ancora, più in generale....
10) Che l'età della responsibilità penale sia abbassata (se puoi violentare, puoi essere punito per la violenza),
11) Che a ogni intervento repressivo sia associato un intervento educativo per cercare di recuperare il soggetto,
12) Che oltre alle scuole, anche il territorio appronti centri di aggregazione,
13) Che oltre al minore colpevole di un delitto, siano parte in causa pure i suoi familiari per scarsa attitudine e azione genitoriale,
14) Che le strutture pubbliche deputate all'assistenza dei minori siano potenziate in ogni senso.
E' fondamentale mettere in atto questi interventi, ma soprattutto è fondamentale che la famiglia si ricordi un pochino più spesso di essere tale.
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RISPOSTA ALLA DOMANDA DI UNA MAMMA.....
(Marzo)
"COME CONTINGENTARE I TEMPI NELL'UTILIZZO DELLO SMARTPHONE E DEGLI ALTRI AGGEGGI ELETTRONICI AI MIEI FIGLI?"
Cara Lisa, inizio con una nota di rassegnazione, per così dire e cioè che è impossibile impedire in toto ai nostri figli, soprattutto se adolescenti e nella prima giovinezza, l'utilizzo di quegli strumenti.
Sarebbe una battaglia persa in partenza.
Oggi li possiedono tutti ed è tramite questi che i giovanissimi (e non solo) si tengono in contatto e vivono la propria vita sociale (ammesso e non concesso che la socialità virtuale possa essere definita tale).
Casomai non dobbiamo dissanguarci economicamente per "aggiornare" ogni sei mesi l'aggeggio di cui sopra, passando da un modello a quello dopo, ma dire "NO, non te lo compro!" Temo che sia una battaglia persa.
Ma contingentare i tempi di utilizzo e le abitudini di utilizzo, questo sì e attenzione, non è che "si può". No, "SI DEVE". Se c'interessa la salute fisica e mentale dei nostri figli.
In sintesi, ecco alcune indicazioni:
1) Con lo smartphone e i giochi elettronici e quant'altro di simile, si gioca e si usano DOPO aver studiato e non prima. Un atteggiamento crudelmente fiscale, questo? No. L'uso di queste macchine indebolisce l'attenzione, stanca la vista, ti ipnotizza.... Stare tre ore a "spippolare" con lo smartphone o a fare un gioco ultracoinvolgente e poi pretendere di mettersi sui libri e studiare proficuamente, è fantascienza. Praticamente sarebbe come farsi una canna e poi mettersi a eseguire i compiti di matematica....
2) La durata d'utilizzo deve svolgersi così: trenta minuti di utilizzo, poi dieci minuti di sosta, poi mezzora di utilizzo, poi stop. Durante i giorni di festa, si possono concedere trenta minuti in più.
E' evidente che se smetto con lo smartphone non è che poi passo alla Ps..... No. Dopo si passa al Risiko, o alla dama, o a tre calci al pallone in giardino.
3) A cena: TUTTI i telefoni spenti. TUTTI, anche quelli dei genitori. Trattasi di regola non trattabile.
4) Al ristorante, la famiglia insieme: COME SOPRA.
5) Durante l'esecuzione dei compiti scolastici e durante lo studio: smart spento. SPENTO. O assisteremo ad un continuo via vai con lo sguardo dal libro all'oggetto, il ragazzo continuamente interrotto dalle chiamata, o dagli sms. Cosa si può apprendere, studiando così? Cosa si può memorizzare?
6) Quando si va a dormire: TUTTI i telefoni spenti, lasciati nel corridoio, sul tavolino, o , meglio ancora, in camera dei genitori. E quindi.....
7).......definire un'ora in cui scatta lo "stop" in cui cessano le attività elettroniche, TUTTE.
(Amiche e amici, la notte i nostri ragazzi DEVONO dormire. Troppo spesso ci troviamo di fronte ragazzi e ragazze che hanno un pessimo rendimento scolastico perché vittime di "insonnia elettronica"; troppo spesso vediamo ragazzi e ragazze che non si alzano per andare a scuola - e non ci vanno - perché troppo stanchi avendo perso tre o quattro ore di sonno o la notte intera per stare al telefono, o al tablet, o al pc.....)
Mi direte "Ma regole così ci portaranno a litigare in continuazione!".
Litigare, sì. In continuazione, no. Poi si abitueranno e ci saranno anche grati perché quando avranno tra le mano l'adorato oggetto se lo godranno di più di quanto lo apprezzano tenendolo "H24".
E poi, scusate, non lo facciamo per la loro sanità fisica e mentale?
Meglio litigare per un po', o dover portare nostro figlio al Sert o da uno psicologo privato perché ludopatico all'ultimo stadio?
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